“Coniugando Tecnologia e Design
il designer può trasformare davvero la vita delle persone”
Milano, 16 maggio 2013 – Si chiama “T-Sign” e non è un nuovo prodotto o una tecnologia del futuro ma una nuova parola, coniata da Mr. Kan-Heui-Cha – vicepresidente del Design Lab di LG Electronics, pluripremiato designer e ideatore del primo televisore OLED curvo del mondo – che sintetizza l’innovativa filosofia di approccio al design da parte dell’azienda coreana.
“In passato la tecnologia è sempre stata abbinata al design; il design di prodotto, quindi, stabiliva il trend del momento. Negli anni abbiamo assistito a diversi cambiamenti, sempre seguendo l’idea della perfezione. Siamo arrivati così a un design molto semplificato, quello comunemente definito minimalista”, dichiara Mr. Cha. “Oggi aggiungiamo una componente emozionale, per migliorare la user experience. Coniugando Tecnologia e design ci pregiamo di coniare una nuova parola, che sintetizza una filosofia: il “T-SIGN”. Possiamo quindi affermare che un bravo designer dovrebbe essere un “T-signer”.
Mr Cha – cinque volte premiato con il Red dot design Award, uno dei più autorevoli riconoscimenti di design a livello mondiale e in visita a Milano in occasione del Fuori Salone – rivendica la creatività dei coreani, dai cellulari ai TV e racconta com’è nata in LG la televisione del futuro.
“Andando indietro nella storia del televisore, partendo da quello a tubo catodico, pochi di noi ricordano una forma circolare; l’evoluzione ci ha portato ad una forma squadrata”, afferma Mr. Cha. “La scelta di curvare il pannello nasce dalla nostra sensibilità verso il fattore umano: i nostri bulbi oculari sono arrotondati; dando una forma arrotondata anche agli schermi sarà più facile avere una visuale ottimale (angolo ad angolo), e quindi un’esperienza visiva migliore. È questo il fattore chiave”.
Da un punto di vista tecnologico, la difficoltà dell’Oled non è legata principalmente al design: gli OLED hanno alle spalle un approfondito studio del prodotto. Un ostacolo da affrontare ha riguardato l’illuminazione: questi pannelli, infatti, non sono retroilluminati – non vengono cioè illuminati da una fonte di luce esterna – ma si illuminano autonomamente.
“È stata davvero una sfida, una tecnologia molto difficile da sviluppare”, conclude Mr. Cha. “E siamo fieri di poter dire di essere un passo avanti ai nostri concorrenti che lavorano ancora sui prototipi. I nostri schermi esistono già e hanno uno spessore di 4 mm. Più sottili di un cellulare. E arriveranno sul mercato prima di quanto ci si aspetti”.